Archie Shepp: Live at the Panafrican Festival (1969)

Jazz in moschea

Il disco è una registrazione dal vivo di due concerti di Archie Shepp ad Algeri nel luglio del 1969:

1. Brotherhood at Ketchaoua (15:55)
2. We have Come Back (31:19)

I due brani sono nel player sulla barra qui a destra (ricaricare la pagina se non si vede la playing list), del secondo c’è però solo la prima parte (13:09).


Col sassofofonista afroamericano suonano Clifford Thornton (corno) e Grachan Moncur III (trombone), e anche Alan Sylva al basso e Sunny Murray alla batteria. E anche una quantità di artisti che il primo Festival culturale panafricano mischiava e fondeva. Archie Shepp non ci pensa neppure un secondo, a fare un concerto come in America. Presenta il jazz come black power, come potere africano , come musica africana. È venuto a cercare la musica africana, e si incontra con le sonorità berbere dei tuareg. Probabilmente musicisti tradizionali diwan o gnaoui, che con flauti, strumenti a percussione e karkabous portano ritmi con spirali da trance. Il premier Festival culturel Panafricain del 1969 creò l'occasione di intensi scambi produttivi tra artisti e divennne cosi anche una tappa della storia del jazz. Appena finito il festival Archie Shepp si trovò, con e come altri, negli studi di registrazione di Parigi a mettere su vinile altri brani che comporranno l'LP Blasé. Anche Clifford Thornton incise un disco intitolato Ketchaoua.
La Djamâa (moschea) Ketchaoua è nella bassa Casbah di Algeri e risale al 1612; sotto l'occupazione coloniale era stata trasformata in cattedrale (immagine: 1899). La liberazione nazionale la rese al culto mussulmano.
Un concerto jazz, proprio li davanti: sarebbe anocra possibile, oggi?

Nessun commento:

Posta un commento

Questa è la Pattumiera. Ma non pubblica qualsiasi monnezza venga lasciata qui. I commenti sono di chi li scrive, che non si offenderà se non ha risposta.